A partire dal semilavorato arrivando all’impiego e alla sua lavorazione: la lamiera, una famosa (s)conosciuta.
Anzitutto, la lamiera è un semilavorato metallico, proveniente dalla laminazione di bramme che si ottengono tramite colata continua di metallo liquido oppure dalla spianatura e taglio a misura di un nastro (calandratura). In genere, le lavorazioni sono tutte di forma piana e variano soprattutto per larghezza e lunghezza.
Quando la lavorazione inizia dalla laminazione a caldo, si definisce lamiera da treno: ciò che la contraddistingue sono i bordi grezzi, ma che si possono anche laminare con taglio a fiamma.
Invece, quando si tratta di una lavorazione da spianatura, il processo riguarda la lamiera da coil, ovvero – dall’inglese – “spira“. In questo caso si tratta di enormi nastri metallici sottili da dover spianare. (Per approfondire questa lavorazione, leggi l’articolo a proposito della calandratura, con ogni riferimento alla lavorazione.)
La terminologia della Lamiera
Per lamiera non si intende solo quella in acciaio, ma può trattarsi anche di materiali preziosi; oro, argento o platino, e allora si definisce lamina o lastra.
Quando la lamiera è estremamente sottile (spessore inferiore a 1,5mm) la definizione è invece lamierino e si ottiene quasi esclusivamente da una lavorazione a freddo.
Quali sono i principali usi della lamiera?
Essendo estremamente versatile e formata da numerosi materiali, la lamiera si adatta a numerose lavorazioni e impieghi, che spesso si differenziano a seconda del materiale con cui sono realizzate:
- Lamiera in alluminio: trova ampio utilizzo nel mondo dell’edilizia e delle costruzioni, e in generale in esterno;
- In rame: estremamente utile in campo elettromeccanico ed elettrico come anche nella lattoneria;
- Lamiera di bronzo: trova numerosi impieghi in campo artistico per realizzare rivestimenti o anche valvole, oppure contatti elettrici e nelle industrie chimica, petrolifera e navale.
A quale lavorazione si adatta la lamiera?
Data la flessibilità di questo materiale, la lamiera si lavora in molti modi, tra cui i più diffusi sono:
- ondulata
- stirata
- bugnata
- forata
L’avrete notata sui tetti di alcune case: è la lamiera ondulata, realizzata a onde per essere più resistente agli stress da flessione. Grazie proprio a questa sua resistenza il suo uso è diffuso in edilizia.
La lamiera stirata nasce da un’operazione di stampaggio in cui contemporaneamente si taglia e stira la lamiera, generalmente con un pattern quadro o romboidale. Tra le applicazioni più curiose delle lamiere “microstirate” (ovvero a maglia estremamente sottile) troviamo i sistemi di filtraggio dell’aria e dell’acqua, ma anche negli stent vascolari.
Vi sarà capitato di camminarci sopra qualche volta e, anche in caso di pioggia, di non scivolare: è la principale
caratteristica della lamiera bugnata, ovvero realizzata tramite punzonatura che crea una lavorazione in rilievo con la forma di rombo, losanga o ellisse.
La lamiera forata si presenta con uno schema di fori che si sussegue in maniera regolare, ottenuti tramite perforazione. I più comuni sono tondi o quadrati e, oltre ad usi tradizionali, come la filtrazione, negli ultimi anni si usano nella creazione di mobili sia civili che industriali.
**le definizioni tecniche sono tratte da Wikipedia**